“MUTA-MENTI” sguardi sul futuro: ma quale futuro?

Pubblicato il 18 settembre 2025 • Cultura

Una rassegna d’arte a cura di Pippo Cosenza, con la presentazione critica di Andrea Baffoni, e in stretta collaborazione con l’assessore alla cultura del Comune di Umbertide Annalisa Mierla, che avrà luogo dal 20 settembre al 19 ottobre 2025 presso il Centro per l’Arte Contemporanea della Rocca di Umbertide.

L’inaugurazione è fissata per sabato 20 settembre alle ore 16:30.

Una rassegna d’arte visiva per focalizzare lo sguardo degli artisti su un tema di inesorabile attualità. Parlare di sostenibilità ambiente, natura, riuso e futuro attraverso l’arte contemporanea.

L’esposizione affronta il tema del rapporto tra uomo, arte e ambiente, mettendo in luce il paradosso della nostra epoca: il progresso e la creatività umana come motore di trasformazione, ma anche come causa di squilibri e rischi per il pianeta.

La mostra propone un percorso che intreccia arte, filosofia, scienza e tecnologia, invitando a riflettere sulla possibilità di un cambiamento di pensiero orientato alla sostenibilità e al benessere collettivo. Espongono diversi artisti contemporanei, con opere che spaziano dal naturalismo all’astrazione.

Altomare Pippo e Federica Ricca, Betti Roberta, Biscontini Devid, Bovi Stefano, Brutti Alberto, Buoni Mirco, Capezzali Walter, Cerrao Luca, Chiaraluce Maria Teresa, Cosenza Ornella, Cosenza Pippo, Di Vora Silvana, Dottori Angelo, Ekstrom Roland, Hey Sug Jang, Leonardi Emilio, Lughia, Piersigilli Cecilia, Pujia Francesco, Ricci Pietro, Roila Patrizio, Rondoni Francesco, Santi Giancarlo, Seria Salvo, Speziale Angelo, Velloni Giusi.

Sono i 27 artisti che daranno vita alla mostra che si terrà presso la Rocca di Umbertide (Centro per l’arte contemporanea) per raccontare le relazioni che intercorrono fra essere umano, ambiente, natura, riuso, nella ricerca di una società alternativa e migliore oltre i bisogni politici ed economici e ispirata alla preoccupazione per l’ambiente, all’amore per la terra in sé, al rispetto del suo valore intrinseco, mostrando come questi temi hanno molto da dirsi per comprendere noi e il mondo intorno a noi.

Agli artisti si è aggiunta la figura di Francesca Ragni, counselor professionista sensibile anche ai temi dell’ecologia profonda, che ha creato un filmato simbolico, utilizzando le opere degli artisti come metafore rappresentative sulla base di un commento del tema da lei elaborato, il cui titolo è: “Dalla palingenesi a una nuova creazione. Importanza del ruolo dell’artista come strumento di comunicazione nella fiducia e trasformazione dell’ombra in luce.” Per completare sinergicamente la testimonianza emerge l’eco di una musica apocalittica improvvisata dal maestro Stefano Ragni.

Laddove l’uomo mette mano, estrae, spopola, snatura e affligge, l’arte, tra reale e irreale, naturale e meraviglioso, può rispondere, sognando futuri possibili e impossibili attraverso l’immaginario simbolico e totemico che caratterizza la produzione dell’artista. Le traiettorie su cui esprimersi, rispecchiarsi e confrontarsi sono quelle della relazione tra arte e natura, vita e genius loci.

La crisi ambientale con le sue varie sfaccettature, legata alla politica ed all’economia è un problema collettivo e si riflette sul quotidiano vissuto di tutti noi, e la possiamo percepire come ansia e solitudine e ci porta a immaginare futuri disastrosi che sono un proseguimento o l’accentuazione degli aspetti critici già esistenti. Dovremo pensare, invece, a futuri possibili – quelli che intravedono capacità latenti – in cui potremmo trovare soluzioni verso una maggiore sostenibilità e capacità di vivere in armonia la difficile relazione tra natura e progresso.

Con l’arte costruire realistiche utopie, creare alternative, seppure immaginarie, all’attuale modello economico, sociale e ambientale, immaginare un mondo in cui le cose siano differenti, pensare al cambiamento non tanto grazie alle tecnologie esasperate, quanto grazie alla capacità di costruire, diffondere e credere ad una mitologia moderna sorretta dalla creazione artistica come strumento capace di comprendere le cose alla luce delle loro potenzialità. Sembra insomma che stiamo diventando meno capaci di immaginare nel momento stesso in cui ne avremmo più bisogno.

Oggi più che mai abbiamo la necessità di sperimentare con il pensiero e con l’azione economie, culture e modi di stare insieme che diano spazio alla bellezza e al significato. Sicuramente non c’è una ricetta, non c’è un modo giusto di farlo e ciò che ne potrebbe venire fuori non sarà certamente un’utopia. Vale tuttavia la pena scoprire che colori, che forme, che suoni potrebbe avere un rinascimento dell’immaginazione.

Nessuno ha una ricetta su come attuare questo rinascimento, ma il senso di possibilità dovrebbe essere accuratamente coltivato perché “per realizzare un mondo migliore è necessario partire dall’immaginarlo, dal narrare su come potrebbe essere”.

Non si chiede all’artista di risolvere i problemi, non rientra nel suo ruolo, ma di simboleggiarli alla sua maniera, di immaginarli, attraverso la sua sensibilità, seguendo il suo pensiero estetico, l’espressività del suo linguaggio, della sua creatività e della sua fantasia: luogo questo dove tutto è possibile e realizzabile. Così la rassegna d’Arte “MUTA-MENTI” potrà fare riflettere, attraverso le opere dei 27 artisti scelti, sui problemi legati al rapporto tra uomo e natura, sulla sostenibilità, sul riuso dei materiali, sulla riprogettazione dello spazio di vita degli esseri umani in rapporto all’ambiente naturale, provando a immaginare scenari e modi per sviluppare risorse e intelligenze per sognare nuovi miti e ideare soluzioni di sostenibilità e di alternativa all’attuale modello economico e ai suoi risvolti ambientali e sociali alla ricerca di altri mondi possibili per vivere in armonia con la natura e costruire “realistiche utopie” attraverso l’immaginazione: l’immaginazione dei bambini, dei poeti e degli artisti prima che degli scienziati e degli ingegneri.

Questo quanto espresso dal vicesindaco con delega alla cultura, Annalisa Mierla: “Con ‘Muta-Menti’, ideata da Pippo Cosenza e curata insieme ad Andrea Baffoni, la Rocca di Umbertide conferma la sua vocazione di centro vitale per l’arte contemporanea. Sono convinta che la cultura abbia questo potere: stimolare il pensiero critico, generare responsabilità e, soprattutto, aprire alla speranza. È con questo spirito che invito la cittadinanza e tutti gli amanti dell’arte a partecipare a questa nuova tappa del nostro cammino, certi che l’arte, oggi più che mai, sia uno strumento indispensabile per immaginare e costruire ‘realistiche utopie’”.

Mutare il pensiero è mutare la mente, seguire una coscienza autocritica e ammettere la nostra condizione, così anche l’arte potrà continuare ad operare quella necessaria rappresentazione di sé come attività speculativa e rigenerante. Gli artisti presenti a Muta-menti operano nel solco di tale riconoscimento, continuando nella strada dei linguaggi contemporanei, ma con uno sguardo verso presupposti di sostenibilità. Ci sono perciò richiami all’arte naturalista, con uno sguardo attento alle caratteristiche intime dell’ambiente, e parallelamente, riferimenti astratti ai principi di causa effetto che governano le trasformazioni in atto. L’intera mostra è quindi strutturata come un viaggio attraverso cui prendere coscienza del problema, potendo altresì intravedere possibili soluzioni, nelle interazioni con la tecnologia come pure nel richiamo alla scienza e alla filosofia. Un modo per parlare alle nuove generazioni consegnando il testimone della storia, consci degli errori commessi ma anche predisposti a fornire possibili soluzioni e, soprattutto, rivelare la consapevolezza di ciò che siamo, siamo stati e saremo, ovvero una specie in grado di comprendere il senso della bellezza e difenderla, ma al tempo stesso capace di operare, avidamente, per il suo esatto contrario.