La Storia

Ultima modifica 15 gennaio 2020

Le origini e la storia della città di Umbertide

LA STORIA

Mappa di Fratta di C. PiccolpassoSe pure antichissima, è ancora incerta l'origine della città di Umbertide. Alcuni studiosi la ritengono fondata dagli Etruschi, altri dall'antico popolo degli Umbri. Una tradizione diffusa vuole che Umbertide sia stata Cunicolo dell'Umbertide sotterraneafondata, col nome di "Pitulum" o di "Oppidum Saepis", da soldati Romani delle legioni del Console Flaminio, scampati alla disastrosa battaglia del Trasimeno (217 a.C.), i quali si sarebbero sparsi in fuga disordinata per le montagne a ridosso del lago, che avrebbero poi ridisceso per raggiungere la valle del Tevere. Alcuni autori affermano che il nome di questo primitivo insediamento fosse "Tusicum", altri, per indicare l'antico centro romano, usano i nomi di "Forum Bremitii" o "Forum Julii". Certo è che, in periodi anche recenti, sono stati rinvenuti nel sottosuolo di Umbertide e nelle zone circostanti numerosi reperti di età romana.

L'antica "Pitulum" sarebbe stata distrutta dai Goti (si pensa agli Ostrogoti, al comando di Totila, il quale neChiese di Santa Croce e San Francesco avrebbe poi smantellato le mura). Una nota iscrizione su pietra, posta su una parete delle scale del Palazzo Comunale, riporta: "DICTA FUI PITULUM DICORQUE NOMINE FRACTA ME QUONIAM FREGERE IMPIA GENS GOTHICA..." (Fui detta Pitulum e sono chiamata col nome di Fratta poiché mi distrusse la malvagia stirpe dei Goti...). La riedificazione dell'antico centro, secondo fonti accreditate, avvenne nel 790, per opera di Ingilberto, Ugo e Benedetto, figli di Uberto (o Umberto) Ranieri, i quali avrebbero ricostruito Fratta sulle rovine di Pitulum. Le prime notizie certe e storicamente documentabili di Fratta iniziano dal 1189. Nel mese di gennaio di quell'anno, il marchese Ugolino di Uguccione dei Marchesi di Castiglione fece dono alla città di Perugia di tutte le sue terre e dei castelli, fra i quali "la Fratta dei Figliuoli di Uberto (Fracta filiorum Uberti), una delle principali terre e castelli che abbia oggi in suo potere la città di Perugia". Da questo momento Fratta seguì lungamente le vicissitudini di quella città. Dal 1362, pur continuando a dipendere da Perugia, Fratta ebbe propri Statuti che furono riformati nel 1521. Fu baluardo perugino verso nord per tutto il lungo periodo medievale e subì distruzioni e saccheggi, i più gravi dei quali quelli compiuti dai 200 cavalieri del re Ladislao di Napoli (1406) al comando di Giulio Cesare da Capua e da Braccio Fortebracci da Montone, allorché mirava a diventare Signore di Perugia (1402). Il Fortebracci, nel 1394, aveva già tentato di impadronirsi della Rocca di Fratta  con un'incursione notturna, ma prima di entrare nel castello fu sorpreso, catturato e rinchiuso prigioniero nella stessa Rocca. Per ottenerne la liberazione i fratelli di Braccio dovettero cedere a Biordo Michelotti, capo dei popolani perugini, il castello di Montone. In seguito la città corse un altro grave momento di pericolo, quando l'esercito toscano (1643) si inoltrò nel territorio pontificio per affermare la supremazia dei Signori di Firenze sullo Stato della Chiesa. I Fiorentini a più riprese tentarono di occupare Fratta, ma alla fine, forse scoraggiati da una grande piena del Tevere, lasciarono l'assedio e si ritirarono in Toscana. Gli abitanti attribuirono la grazia di essere scampati alla furia delle truppe assedianti all'antica immagine della Madonna venerata nella chiesa di S. Maria della Reggia , e da allora la scritta F.O.V. posta sotto lo stemma civico assunse il significato di "Fracta Oppidum Virginis". Per oltre cento anni nel territorio vi fu un lungo periodo di pace, turbato dopo il 1798 dall'arrivo delle truppe Francesi che si abbandonarono ad atti di vandalismo e saccheggio. Furono asportati o danneggiati dipinti nelle chiese di S. Maria della Pietà e di e S. Bernardino , mentre si salvò miracolosamente la tavola con la "Deposizione dalla Croce" di Luca Signorelli, nella chiesa di Santa Croce , e la Pala del Pomarancio nel convento annesso alla chiesa di S . Francesco . Il governo napoleonico, tuttavia, apportò significativi cambiamenti ed elevò Fratta al rango di città (1812). Nel 1860 Fratta fu annessa con tutta l'Umbria al Regno d'Italia. Con l'unità d'Italia si costituirono le prime amministrazioni comunali e Fratta ebbe il suo primo governo locale. Il 25 gennaio 1863 il Consiglio Comunale, con voto unanime, stabilì di cambiare il nome di Fratta in quello attuale di Umbertide, in onore dei figli di Uberto, antichi riedificatori della città (Fracta filiorum Uberti). Umbertide subì in modo particolarmente drammatico gli ultimi eventi bellici, quando venne fatta oggetto di violenti bombardamenti aerei (25 aprile 1944) che distrussero gran parte delle abitazioni del centro storico, causando 70 morti e numerosi feriti. La ricostruzione fu difficile ma gli Umbertidesi, grazie alla loro operosità e ad oculate scelte amministrative, riuscirono ben presto a cancellare i tristi segni della guerra. Dopo gli anni '60 notevole è stato lo sviluppo edilizio ed industriale, tanto da cambiare totalmente il volto della città. Il turista può trovarsi oggi a proprio agio grazie agli ottimi servizi alberghieri ed agrituristici ed occupare piacevolmente il tempo libero utilizzando le numerose strutture sportive e ricreative o compiendo interessanti escursioni nel verde incontaminato delle colline circostanti, ricche di castelli quali Civitella Ranieri , Serra Partucci , Montalto , Romeggio , borghi quali Monte Migiano , Preggio , Santa Giuliana , ed abbazie quali Montecorona .

Mappe della città e del territorio e immagini della Fratta medioevale nelle ricostruzione di Adriano Bottaccioli


Umbertide sotterranea - prima parte

Umbertide sotterranea - seconda parte

Castello di Civitella Ranieri