FERNANDO GARBELLOTTO: ESTETICA E GEOMETRIA. LA REGOLARE IRREGOLARITÀ DEI FRATTALI

Pubblicato il 26 settembre 2024 • Cultura

Nei suggestivi spazi medioevali della Rocca – Centro per l’Arte Contemporanea di Umbertide - si terrà dal 28 settembre al 27 ottobre 2024 un’importante rassegna personale di Fernando Garbellotto a cura di Giorgio Bonomi.

Saranno esposte circa 40 opere con una suddivisione metodologica che vedrà, negli affascinanti sotterranei che conservano le pareti in pietra, un’installazione di numerose Reti frattali, opere libere, senza telaio, che penderanno dal soffitto in sequenza, così il pubblico, in questa sorta di “arte partecipata”, passerà attraverso di esse, sentendosi, per un verso, “irretito” e, per un altro, “libero”.

Nelle due sale del primo piano saranno esposte i Frattali di terra, in una, e i Frattali d’aria nell’altra; invece nella prima sala del secondo piano si vedranno le Reti frattali montate su telaio e, nella seconda, le Reti frattali Fluo, opere di dimensioni più piccole inserite in teche di plexiglas.

Qui, nel primo spazio, le Reti più recenti monocrome creeranno, alle pareti, una potente sinfonia di colori, con un ritmo “musicale”.

Garbellotto è noto per essere il pittore dei frattali, infatti questa figura geometrica, scoperta non molti anni fa (nel 1975 da Benoît Mandelbrot), è il contenuto “scientifico” delle sue opere. Non a caso, oltre al termine/concetto “frattale”, anche “nodo” e “rete” (termini per descrivere la concretezza delle opere dell’artista) appartengono al campo delle scienze.

Ora, i frattali sono i contenuti ma, dato che siamo nei territori dell’arte visiva, va sottolineato che Garbellotto è “artista”, è “pittore” nel senso pieno del termine, quindi esprime i suoi concetti in una forma artistica assai alta, sia per la capacità tecnica nella composizione e nel dipingere sia per uno stile suo proprio e del tutto contemporaneo, per esempio nell’uso della monocromia, della tendenza alla “riduzione” che, nel tempo, lo porta ad una costruzione rigorosamente ortogonale.

Accompagnerà la mostra, curata da Giorgio Bonomi, un catalogo con un testo del curatore e una postfazione di Matteo Galbiati. L'allestimento sarà curato da Vittorio Dragoni.

L’esposizione offrirà al pubblico una rassegna completa delle serie più recenti e di qualche anno addietro di Garbellotto che sa unire, nella sintesi di contenuto e forma – fondamento dell’arte come voleva la sempre valida teoria estetica crociana –, scienza ed arte, come pochi nell’arte contemporanea.

 

Fernando Garbellotto (Portogruaro-VE, 1955), dopo gli studi umanistici e la laurea in Giurisprudenza, sviluppa in ambito veneziano la sua ricerca artistica che prende una svolta alla fine degli anni ’80 quando, affascinato dalle teorie di Mandelbrot sulle geometrie frattali, traccia un nuovo campo d'indagine che prosegue tuttora. Nel 1997 fonda a Milano con altri artisti il movimento “Caos Italiano” col quale espone in molti spazi pubblici italiani ed esteri. Nel 2006 giunge all’elaborazione di ciò che egli stesso definisce il punto di sintesi della sua ricerca: le “Reti frattali”. Dalla prima metà degli anni ‘90 espone in vari spazi pubblici e gallerie private, in Italia e all’estero. Vive tra Portogruaro e Milano.